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LA MIA TERRA
intagli, dipinti e sbalzi

 

“Per me tutta la terra che mi circonda è sacra, perché i miei concittadini non perdessero la loro identità, ho dipinto la loro terra, la mia terra”.

Scrive il prof. Sergio Bonato nella presentazione de “La mia terra”, 1997.

“La sua attività è concentrata in questi anni nella rappresentazione pittorica di momenti della preistoria e della storia dei sette Comuni, ricostruiti con precisione documentaria e con intento quasi didattico. Egli ha tradotto in immagini molte pagine scritte da Agostino Dal Pozzo nelle “Memorie Istoriche”, volume che Giovanni Forte ha letto e riletto, nella edizione originale del 1910, ricevuta dal padre come eredità culturale.

È una rassegna di quadri che possono diventare un museo storico, etnico, antropologico dei Sette Comuni, com'è nell'intenzione del pittore e com'è nelle speranze di molti sull'Altopiano, che non si rassegnano a vedere tutto appiattirsi nel presente, bruciare nell'attimo, a vedere perduto tutto un patrimonio di civiltà accumulato nei secoli”.

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La casa di Giovanni Forte in Piazza Carli 18/19

 

Vent'anni dopo si può dire che le belle parole raccolte dell'amico Sergio Bonato nella casa torre, uno stretto edificio terra-cielo nel centro di Asiago, dove il ciabattino pittore lavorava e viveva, sono parole al vento.
I suoi quadri sono andati dispersi qua e là negli uffici comunali, nelle case di riposo, alcuni giacciono ancora nei cassetti...
La bella casa di per sé era già un'opera d'arte, dove Giovanni Forte vi aveva lasciato il segno del suo ingegno in ogni dettaglio: dal caminetto incastonato di fossili, ai mobili intagliati, alle credenze, alle sedie, ai fregi di legno dipinto o sbalzati nel rame...
Ora non esiste più nulla, tutto è stato minuziosamente demolito, in parte svilito togliendolo dall'originalissimo contesto, un unicum che nel capoluogo dei Sette Comuni sarebbe stata una singolare offerta turistica per far conoscere la terra tanto amata da uno dei suoi figli migliori del secolo scorso.

L'unica parola mantenuta è stata quella di Giovanni Forte che nel 1992 ha donato al Comune di Asiago dodici legni intagliati rappresentanti i mesi dell'anno, che fanno bella mostra nella sala consigliare.

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Contrada Ave, Giovanni Forte seduto sulle platten di fronte alla baracca del Rampla

 

Ninin Tanasio, come era chiamato dagli amici, aveva fatto qualche anno di ginnasio, che lui storpiava in “Tanasio”, ma poi aveva dovuto lasciare il posto negli studi al fratello, affiancando il padre nella bottega di famiglia. Il fratello si laureò in medicina e affiancò il dott. Alfredo Campiglio nel prestigioso Istituto di Mezzaselva, per poi divenire primario all'ospedale Codivilla di Cortina.

Ninin era un grande amico del fotografo Sandro Brazzale, che lo seguiva nelle sue escursioni col cavalletto, anche invernali, fin sulla cima del Portule.

In età matura Ninin sposò Giuseppina Rodeghiero Fornareta, uno dei cardini della Resistenza altopianese, a cui partecipò anche Brazzale, altre due belle pagine dell'Altopiano (continua).

Giorgio Spiller

Ps: il testo del prof. Bonato e le foto sono ricavate da "G.Forte Sceran", G.Segato, 1997.

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Dedica Sceran 1996