21 1   Dallo Steele Corner di Cesuna al Pelly Cross del Boscon

Dallo Steele Corner di Cesuna al Pelly Cross del Boscon

Cartografi, Inglesi ed Ebrei

Percorrendo la strada della Bassa che attraverso il bosco di Cesuna conduce ad Asiago è facile perdersi nella storia, o meglio parafrasando gli antichi saggi, più conosci la storia meno la conosci.
Ma in questi ultimi giorni che diluvia spesso e sono costretto a stare a casa con pessimo umore, non mi resta che sfogliare libri, vecchi appunti e interrogare le vecchie carte geografiche alla ricerca di toponimi su quello che c'è là fuori.
Ho ritrovato così lo scritto di Jorge Luis Borges sulla Mappa dell’Impero in scala 1:1, il paradosso di una car­tografia sempre più accurata, tanto da assomigliare alla Realtà.

Cartografi

«… In quell'Impero, l'Arte della Cartografia giunse a una tal Perfezione che la Mappa di una sola Provincia occupava tutta una Città, e la mappa dell'impero tutta una Provincia. Col tempo, queste Mappe smisurate non bastarono più. I Collegi dei Cartografi fecero una Mappa dell'Impero che aveva l’Immensità dell'Impero e coincideva perfettamente con esso. Ma le Generazioni Seguenti, meno portate allo Studio della cartografia, pensarono che questa Mappa enorme era inutile e non senza Empietà la abbandonarono all'Inclemenze del Sole e degl'Inverni. Nei deserti dell'Ovest rimangono lacerate Rovine della Mappa, abitate da Animali e Mendichi; in tutto il Paese non c’è altra reliquia delle Discipline Geografiche»

Gli Inglesi

Giù nella Bassa tra Cesuna e il Kaberlaba per qualche mese hanno soggiornato anche gli inglesi, era il 1918 e non erano in vacanza.
Per meglio destreggiarsi nella guerra tra i boschi di conifere a cui non erano preparati, da buoni colonialisti si sono stampati delle mappe apposite con la toponomastica nella loro lingua. Così fecero anche quando a metà '600 sottomisero quei “barbari” dei cattolici irlandesi, inglesizzando il gaelico di tutta l'isola.
Questa volta però gli inglesi non furono devastanti come con gli irlandesi; dopo averci dato una bella mano a liberarci di quei cancari di austroungarici, se ne tornarono nella loro isola con le loro carte lasciando qua e là dei bellissimi cimiteri di pietra massiccia, fatti una sola volta, discreti e mantenuti perfettamente fino ad oggi, una bella lezione di rispetto verso i Caduti.
In confronto noi con i nostri cimiteri, tra il fare e il disfare, il traslocare e lo strafare del Moloch sul Laiten facciamo ridere i polli.

Gli Ebrei

Anche gli Ebrei esondarono nei boschi della Bassa rimanendoci più a lungo degli Inglesi, quasi due anni, ma erano molti di meno, una cinquantina circa.
Vennero ospitati in soggiorno coatto a Canove tra il 1941-43, fino all'8 settembre quando tornarono i soliti cancari, questa volta in versione nazista e gli ebrei esondarono di nuovo in tutte le direzioni.
Nella Bassa del Boscon si recavano ogni giorno a piedi o in bicicletta a raccogliere il peck, la resina degli abeti; la facevano colare in
bussolotti di latta usando una picchetta modificata a mo' di rendela, canaletta, piantata nel tronco. La vendevano ad un commerciante di Bassano che la rivendeva per fare esplosivi.
Si portavano dietro una guida locale, Mario Frigo Barbiere, una specie di scugnizzo di nove anni che in quei tempi magri si dava da fare essendo orfano di padre.

21 2   Guido Baù tra i resti delle lapidi del cimitero Brandi

Guido Baù tra i resti delle lapidi del cimitero Brandi

21 3   Mario Frigo Barbiere sulla strada del Ferro

Mario Frigo Barbiere sulla strada del Ferro

 

 

 

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