Amneris è un personaggio dell'Aida, una delle opere più famose di Giuseppe Verdi.
Tra gli imponenti apparati scenici la principessa Amneris, figlia del Faraone, si innamora di Radamès il capitano delle guardie, che a sua volta è innamorato della schiava etiope Aida.

8 Gugliemo

I LAZZARINI
Io invece in età infantile mi innamorai di Amneris, non era la figlia del grande Faraone, ma la figlia di un grande artista, il direttore della Primaria Compagnia Marionettistica, cav. Guglielmo Lazzarini. La compagnia operò per una quarantina d'anni durante le stagioni estive, nella Sala Regina di Recoaro, fino al 1960 quando Gugliemo venne a mancare all'età di 67 anni.
L'oggetto del mio amore si manifestava attraverso la voce, di lei non sapevo neanche il nome, perché ne aveva tanti; Amneris da dietro i marchingegni fantastici retrostanti le scene, dava voce ai personaggi femminili: dalla commedia dell'arte, alle tragedie, all'immancabile Aida che faceva parte del repertorio.
Il padre dava la voce a tutti gli altri ruoli e muoveva le marionette. Della famiglia io conoscevo solo la madre, in quanto vendeva i biglietti all'ingresso dietro una porticina di legno. Alla fine dello spettacolo restavo lì impalato mentre la mamma mi chiamava; avrei voluto violare i sipario, rompere l'incantesimo, ed entrare in quel luogo infernale per vedere la mia Euridice: tutto inutile, la mamma mi strattonava, era buio, bisognava ritornare a casa.

8 Melarance opera

LA BIDELLA

Nel 1960 ebbi la fortuna di frequentare il primo corso della Scuola Media Unificata a Recoaro.
Uno dei direttori della scuola era il prof. Fontana, un geniaccio che usava tecniche innovative nell'insegnamento stimolando anche gli insegnanti ad aggiornarsi.
Le mie spiccate tendenze verso le materie artistiche vennero cosi valorizzate:
passavamo giornate nel Parco delle Fonti Centrali a raccogliere coleotteri che poi disegnavo su grandi fogli neri.
Grande fu la sorpresa quando mi trovai di fronte, nell'umile ruolo di bidella, questa volta in carne e ossa, la signorina Amneris, colei che con la voce mi aveva tanto ammaliato da bambino.
Fu una lezione che imparai presto, l'arte non paga.
La Compagnia dei Lazzarini finì nell'oblio, compresa la Sala Regina, io però sapevo di avere al mio fianco un angelo custode; la distinta signorina Amneris seguiva con interesse e simpatia i miei progressi nelle varie discipline artistiche, con me aveva sempre un occhio di riguardo, ricambiando in qualche modo la mia passione infantile. L'ultimo ricordo che conservo di lei è quando la vedevo uscire dall'abitazione in via Lelia, nella piazzetta di fronte alla Casa Munari, a braccetto dell'anziana madre che accompagnava a passeggio.

8 Lamore delle tre melarance gruppo

GLI AUTOMI MECCANICI
La vita poi mi portò altrove ma Amneris e Guglielmo Lazzarini rimasero sempre con me. Quando i francesi mi proposero di progettare per Parigi degli spettacoli sulla natività, “La Crèche de Venise” e “La Crèche de Saint François”, dei grandi presepi meccanici, posi come condizione di chiuderli dietro un sipario di 15 metri, come una grande lanterna magica; avevo in mente il sipario dei Lazzarini, da loro avevo imparato a rispettare la sacralità del teatro. E così fu anche in Giappone per i “Viaggi di Gulliver”. Ad ogni inaugurazione immaginavo di vedere la signorina Amneris compostamente seduta tra il pubblico, anche quando a Parigi, nel Natale 1993, sotto un grande tendone di fronte all'Hotel de la Ville, fummo presentati dal presidente Jacques Chirac; per l'occasione la voce narrante era quella di Marcello Mastroianni.

8 ritratto nel cantiere

Ebbi anche l'onore di lavorare con Benno Besson ne “L'amore delle tre melarance”, nelle due versioni teatrale e operistica, che inaugurò la Biennale Teatro di Venezia nel 2001. La commedia, come altre di Gaspare Gozzi, faceva parte del programma dei Lazzarini, ed era quella che più mi era rimasta impressa.
Quando dovetti dare forma alla Fata Morgana e altri personaggi della commedia dell'arte, la commozione salì alle stelle.

Giorgio Spiller

8 Ritratto sotto al ponte

«Questo xe quel tale, che senza pretese, el parla par diese»

Guglielmo Lazzarini

 

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