Agosto 2020
SHALOM
profughi, solidarietà e resistenza in un villaggio di montagna
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La memoria è una cosa strana, a volte ti coccola, ti consola, ti dona un’altra vita di scampo, a volte ti spiazza, ti sconvolge e travolge. Il tempo è breve ma la Storia è sempre lunga, più lunga di noi.
La memoria evanescente di mia madre nei suoi ultimi anni di vita ha alimentato la mia curiosità riguardo la vicenda degli ebrei in internamento libero a Canove all’inizio degli anni ‘40, di cui avevo già sentito accennare in casa.
Ho quindi iniziato a raccogliere altre testimonianze, a partire da quella di zia Giorgina, a rovistare archivi, a consultare documenti e cercare foto che ricostruissero quel pezzo di Storia attraverso le piccole storie dei protagonisti. Avevo bisogno di dare più spazio alla Storia e meno alla memoria, lasciare l’aspetto emotivo e passionale per appropriarmi di quello più consapevole delle fonti.