I soldi che ho meglio spesi nella mia vita sono quelli per i viaggi, e non ne ho nessun rimpianto anche se da qualche parte avrei potuto ricavarne un appartamento.
I primi viaggi degli anni '60 poi non costavano un gran che dal momento che con l'autostop si viaggiava benissimo.
Proprio in Sicilia sono arrivato per la prima volta col pollice esposto, era il 67. Il primo tratto fino a Napoli accordandomi con i camionisti della Recoaro; uno dormiva in cuccetta e io tenevo sveglio l'autista di turno.
Domani riprendo la via del ritorno sulle quattro ruote e su un bel po' di viadotti.
In uno di questi viaggi, sulla Sila ho incontrato l'asiaghese Gian Antonio Stella che inaugurava il museo “La nave della Sila” dedicato ai migranti, da cui ho ricavato una pagina sul giornale che ci unisce.
Mi rimane il rimpianto di non aver percorso la via Cassia prima dell'autostrada del Sole, pazienza!
Robert Kapa, tra Sperlinga e Troina
E poi ho una grande ammirazione per Robert Capa, un fotografo giramondo ebreo-ungherese morto durante la guerra di Corea a quarant'anni.
Quando ha saputo che gli americani erano sbarcati in Sicilia per liberare l'Italia, ha lasciato Tunisi e si è fatto paracadutare nell'isola per seguirli.
La sua foto tra Sperlinga e Troina è un classico per chi ama i viaggi.
Anche il fotografo veneziano Fulvio Roiter, che ho conosciuto, è stato un grande viaggiatore. Mi raccontava che a vent'anni non ha perso tempo e ha attraversato la Sicilia in bicicletta con la macchina fotografica. E' lì che ha acquistato la sua fama inviando le foto ad un'agenzia di Parigi.
Fulvio Roiter, Sicilia