Virgilio Panozzo OSTARELLO, il giorno che gli è stata conferita la cittadinanza onoraria nel municipio di Roana. Al suo fianco Giorgio Spiller OSTARELO
LETTERA PERTA A VIRGILIO PANOZZO OSTARELLO
Cesuna 18/1/2018
Caro Virgilio,
io sono uno di quelli che non promuoveranno mai un raduno tra le famiglie SPILLER sparse nel mondo, anche se sono molto attento agli Spiller, Spillere, Spillari... che mi contattano dal Brasile e altri continenti, e che cerco di assistere ed indirizzare nelle loro ricerche alle origini cesunasi.
Il motivo è semplice, non mi sento di privilegiare le mie radici patronimiche a scapito di quelle matronimiche, sono attaccato ad entrambe, e soprattutto alla storia allargata che tutti ci ingloba.
Lungi da me le minuzie localistiche e i campanilismi, già vivo all'ombra del campanile che con la sua ombra, come una meridiana, segna implacabile lo scorrere del tempo sulla mia testa.
Il mondo è grande, quindi se potessi mi firmerei, oltre che SPILLER NASON OSTARELO STERCHELE PACIUCO, anche FRIGO GOZZAR-TOMBA MAGNABOSCO DELL'ALBA...
In ogni caso è la vox populi che stabilisce i soprannomi, e lì non c'è niente da fare quello che ti affibbiano ti devi tenere.
Al paese dove sono nato e dove ho vissuto per quindici anni, non avevo soprannome, bastava il mio cognome, eravamo gli unici Spiller.
Quassù invece, durante i lunghi periodi di vacanza, mi chiamavano RECOARO, accentuando per sfottò la erre moscia, che mi caratterizzava.
Del resto negli anni 50/60 il mio paese natio era molto presente nella pubblicità e nei caroselli televisivi, per non parlare del Cantagiro, che faceva tappa sia a Recoaro che sull'Altopiano, alimentando una certa rivalità tra le due località turistiche, non solo estive, ma anche invernali: l'una, fucina di discesisti e rocciatori, l'altra, fucina di fondisti e saltatori.
Più avanti con l'età, e con gli studi, sono diventato “l'ARCHITETTO”.
In realtà ho fatto l'Accademia di Belle Arti, ma complice la casa di papà edificata negli anni '70, progettata da un amico in uno stile un po' avveniristico, mai finita, e mal digerita da qualcuno, me ne è stata affibbiata la paternità, assieme al nuovo soprannome.
La casa è detta dei “Quattro venti”, per le forme triangolari che la caratterizzano e sembrano competere con la chiesa che gli sta vicino.
Se potessi scegliere mi piacerebbe essere chiamato l'AFRICANO; Scipione aveva combattuto contro gli africani cartaginesi, io invece mi sono speso per i migranti africani, combattendo contro il razzismo.
Ma veniamo al soprannome OSTARELO che distingue la mia famiglia a Cesuna da più di cent'anni. Io preferisco usarlo alla maniera dialettale in cui è nato, e non da scrivano come fai tu.
Don Andrea Grandotto all'inizio della sua Cronaca chiama l'osteria di famiglia dei F.lli Spiller Nason, per poi passare a chiamare sempre il nonno Angelo Ostarello (scrivano anche il don). Del resto, oltre che a caccia di cedroni, l'impareggiabile don Andrea passava gran parte del suo tempo dagli avvocati, come è ancora buona tradizione a Cesuna.
E poi i cognomi sono pieni di forme dialettali come Bressan, Padovan, Visentin, Trevisan, Feltrin, Furlan...
Cesuna, famiglia Spiller Ostarei: papà Cristiano, nonno Angelo con zie e cugine
Ed ora veniamo ai motivi che mi legano a questo soprannome:
1 – L'origine matronimica dalla bisnonna Pierina Panozzo Osarela, che ci accomuna in parentela (la sorella più anziana di papà Cristiano portava lo stesso nome.
2 – La zia Maria Stella, moglie del prozio Cristiano, mamma di Bianca e Santina, morta quasi centenaria, ci teneva moltissimo a trasmettermi questo soprannome chiamandomi sempre con tenerezza ed affetto “el me Ostarelo Spilareto”. Più tardi ho capito perché: non sapevo di essere l'ultimo della stirpe. In più nel libro dei morti (manoscritto con bella calligrafia da don Andrea) ho scoperto che la zia ha avuto ben sei morti infanti che si chiamavano ossessivamente: Cristiano, Angelo e Pierina... Per non parlare dell'infame incarcerazione del marito, accusato di essere una spia assieme a don Andrea stesso, e della sua prematura morte causata dai patimenti subiti in prigionia.
2 – Il nonno Angelo (1876-1947) un uomo duro e burbero, che tu hai conosciuto, è morto un anno prima che nascessi. Era una figura di rilievo e riferimento nella comunità di Cesuna, si è speso per il bene del paese e su di lui ho raccolto solo commenti favorevoli.
Faceva il revisore dei conti nelle opere pubbliche, come il monumento ai caduti e la cappella Magnaboschi; a lui si rivolgevano le famiglie per dirimere le liti ereditarie: “Come che decide l'Angelo Ostarelo a nojaltri va ben”, dicevano le famiglie contendenti: Tra queste le famiglie Spiller Ton e Valente Conca.
Ma si rivolgevano a lui anche solo per piazzare sul mercato qualche sacco di patate, come mi ha raccontato Pietro Spiller Rocco, spandendo qualche lacrimuccia in senso di riconoscenza.
Il nonno ha diretto anche il casello turnario e, a fasi alterne, la gloriosa Cooperativa di consumo di Cesuna dalla sua fondazione nel 1900. Le liti con il fondatore della Cooperativa, il sanguigno don Grandotto, sono rimaste proverbiali.
Mi è stato raccontato da Aldo Traverso Kel che negli anni '60, durante le interminabili liti al bar Lèmerle, per costruire le sciovie sullo Zovetto piuttosto che sul monte Lèmerle , veniva invocato come pacere “Ah, se ghe fosse qua ancora l'Angelo Ostarelo a metarne d'accordo!”.
E Gigi Valente Tzanchi mi ha detto: “To nono a Cesuna sembrava un pesse for dell'acqua” riferendosi al carattere litigioso dei cesunesi.
In questo mi sento molto vicino a lui, ma più che un pesce mi sento un elefante in un paese cristallizzato, ah ah!
Comunque caro cugino Virgilio è meglio che ci mettiamo l'anima in pace entrambi; con noi spariranno anche i nostri amati soprannomi che ci contendiamo a suon di doppie e punzecchiature..
Di questo sono certo almeno per quanto riguarda mio figlio Cristiano che mi ha reso nonno di due nipoti mezzi siciliani.
Mica male! Chissà che nella vecchiaia prenda un po' di più sole di tutta l'acqua che sto prendendo a Cesuna.
Un abbraccio e tanti auguri
Giorgio Spiller OSTARELO
PS: Virgilio Panozzo Ostarello (1927), è un lontano parente originario di Tresche Conca che, dagli anni '50, vive in Australia. La madre era una Valente Menazza di Cesuna.
Virgilio ha pubblicato più libri sulla storia paesana e sulla Resistenza di cui ha fatto parte; cura inoltre da anni il Raduno dei Panozzo, che si svolge il giorno di S. Luigi, patrono del suo paese natio.