26 gennaio 2019
Belmonte è nel mezzo
di alto pianoro,
sollievo e ristoro
per chi vuol durar.
Non per la sua forma,
non per il contorno,
ma per quanto, intorno,
si presta a mostrar.
Chiamato l'han bello
gli arcier valligiani,
saliti coi cani
su Barco a cacciar.
Lontano, le guglie
del pallido Brenta,
il Becco di Centa,
del Grappa l'altar.
Vicino, lì, sotto,
ridenti villaggi
su sfondo di faggi
che invoglia a mirar.
Abbasso lo sguardo
e vedo giù, in basso,
sfrecciare un leprotto
di folgore al par¹.
Quattro sono i versi di ogni strofa; l'ultimo di essi ha la terminazione in “AR”: la cosa è voluta, anche se un po' monotona.
Belmonte, fra le alture del Pianoro, è quella che confina con i prati ed i pascoli dei Frigo, di lontane origini bavaresi.
Come molte località attorno ad Asiago hanno la terminazione in “AR” (Mörar, Stellar ecc.) con evidente connubio fra il Cimbro ed il Veneto (radice nordica e desinenza Veneta), così queste strofe meriterebbero a ricordare che Belmonte si trova al confine fra i vicentini Osterello e i bavaresi Frigo.
Romano Panozzo Levi
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